Parte dunque "in via sperimentale" l’aggregazione di "alcune sedi" ai fini della compilazione della graduatoria. Già alcuni Atenei si erano aggregati (si veda l’esempio di odontoiatria dell’Ateneo di Firenze e Siena) e a nostro avviso la decisione del Miur presenta dei profili di lesività dell’autonomia universitaria.
Medicina e Chirurgia, ad esempio, viene "aggregata" per le sedi di Udine e Trieste. In questo modo non potrà accadere che un candidato rimanga escluso a Trieste con un punteggio che, a Udine, era invece sufficiente per ottenere l'ammissione.
Il regolamento di attuazione prevede una rigida scansione delle opzioni, al fine di favorire gli scorrimenti e siamo sicuri che anche questo nuovo sistema delle opzioni (in verità più volte sperimentato) provocherà ulteriori disagi, come già verificatosi in passato.
I vincitori, in data 15 settembre, dovranno "dichiarare il loro interesse alla immatricolazione indicando all'interno delle Università aggregate, le sedi universitarie in ordine di preferenza di assegnazione: la mancata dichiarazione costituisce rinuncia all'immatricolazione". Per i successivi scorrimenti, sino all'esaurimento dei posti, il termine è sempre di 5 giorni per curare l'iscrizione ed esprimere l'opzione.
E' chiaro, tuttavia, che la scelta "privilegerà" i pretendenti presso tali Atenei ribadendo, invece, tutte le altre criticità del modello per gli altri.
Sarà test unico per i corsi di Laurea in Medicina e Chirurgia e Odontoiatria e Protesi dentaria.
La scheda anagrafica che i candidati dovranno compilare nel giorno del test, conterrà l'indicazione, da compilare obbligatoriamente, circa la scelta tra Medicina o Odontoiatria e/o, "se l'interesse è per entrambi i corsi, l'indicazione in ordine preferenziale tra i due". Il D.M. precisa che "l'omessa indicazione rende di fatto impossibile la relativa immatricolazione".
Presso l'Ateneo di Roma La Sapienza, inoltre, saranno aggregate anche le facoltà di Farmacia e Psicologia.
Confermato (rispetto all'anno passato ma diverso rispetto al 2009/2010 e alla norma che entrerà in vigore dal prossimo anno accademico sul valore del voto di diploma) il criterio di preferenza in ipotesi di punteggio eguale giacchè, secondo il D.M., "per i corsi di laurea magistrale in medicina e chirurgia e in odontoiatria e protesi dentaria e per i corsi di laurea delle professioni sanitarie, prevale in ordine decrescente il punteggio ottenuto dal candidato nella soluzione, rispettivamente, dei quesiti relativi agli argomenti di cultura generale e ragionamento logico, biologia, chimica, fisica e matematica".
Confermata la proporzione tra le materie oggetto di prova che restano sempre "relative agli argomenti di cultura generale e ragionamento logico, biologia, chimica, fisica e matematica". Smentita la scomparsa della "cultura generale" per far spazio alla "logica".
E' una novità assoluta, invece, la soglia minima di 20 punti per essere ammessi al Corso di Laurea.
La nuova disposizione sembra incidere, almeno tra il contingente dei comunitari, solo sulla legittimazione a ricorrere avverso l'esclusione dal novero degli ammessi. Chi ha totalizzato meno di 20 punti avrà anche tale ulteriore problema da affrontare nello spiegare le proprie doglianze innanzi al T.A.R.
Il successivo comma, ed è questa la vera novità, estende tale soglia di punteggio minimo anche agli extracomunitari. Ciò significa che saranno assai numerosi i posti che si renderanno vacanti a seguito delle prove di ammissione, stante almeno i risultati degli ultimi anni. Presso l'Ateneo de L'Aquila, ad esempio, uno degli studenti extracomunitari ammessi aveva ottenuto un punteggio inferiore all'ultimo studente comunitario nella sua graduatoria.
Nulla, tuttavia, chiarisce il Decreto sulla possibilità che tali posti, eventualmente rimasti vacanti, vengano assegnati ai comunitari, nonostante i recenti arresti giurisprudenziali sembrino propendere per consentire tale possibilità.
L'Unione degli Universitari rileva come la riforma sia intervenuta senza alcuna consultazione dei fruitori del sistema selettivo, gli studenti che ben conoscono le problematiche universitarie, e contestano il metodo del test alla radice poiché costituisce un iniquo sbarramento al diritto allo studio verso un'università libera, pubblica e uguale per tutti.
Avvocato Michele Bonetti & Partners
Scarica poi gli allegati al decreto.
